8 maggio – Beata!

«Beata!» non per la nobiltà della discendenza davidica. Non per la sufficienza del domestico retaggio. Non per celebrità del regio casato, la stima e il rispetto dei conterranei per i legittimi «Figli di David». «Beata perché hai creduto!».

Quando la beata Madre ai piedi del patibolo del Cruciarius assisterà alle sue agonie, anche allora nel suo intimo cuore sarà beata perché ella nella sua fede già attendeva in piedi l’alba dell’imminente Resurrezione.

Innanzi a tanta fede e a tale dignità, Elisabetta calcola la distanza che la separa ormai dalla cugina e, quasi spaventata alla vicinanza del Logos, va domandando: « A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?»

Anche Gesù un giorno proclamò beata sua Madre (Luca 11, 27-28):
«Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”».
La madre ebrea di mezzo la folla aveva esaltato il fatto materiale dell’Incarnazione del Divin Verbo in seno a Maria. Gesù allora corresse e aggiunse ciò che mancava all’elogio della Madonna: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”».

 

 

Dal capitolo IX – IL SALUTO DI ELISABETTA del libro L’EVANGELO DI NOSTRA DONNA del cardinale Ildefonso Schuster, edito da Ricordi Officine Grafiche S.p.A., 1954

 

 

Madre di Dio orante
Mosaico XII secolo, Basilica di San Marco, Venezia

 

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