4 maggio – Figlio mio sei tu; io oggi t’ho generato!

Dio aveva disposto di compiere la redenzione dell’uman genere, contrapponendo alla disubbidienza di Adamo l’ubbidienza di Gesù Crocifisso ed alla vanità di Eva l’umiltà di Maria: «Mutans Evae nomen»: novella e per noi migliore Eva.

Era quindi conveniente che la gran Donna cooperasse al capolavoro della divina misericordia in perfetta cognizione di causa e con assoluta libertà di volontà. A divenire ordinatamente madre, si richiede sempre un libero e sacro.

La grazia divina non tende tranelli né violenta l’umana natura. La maternità soprattutto importa la consacrazione del cuore, prima ancore che quella del corpo; Gabriele dunque attende, per riportare in cielo il desiderato consenso sponsale di Maria.

A rapidi tratti l’Angelo spiega alla Vergine il piano della futura redenzione. Allorché Ella avrà dato alla luce Gesù, ossia: «La Salvezza di Iahvè», il suo Padre celeste restaurerà per lui lo spirituale trono di David, trasportandolo tuttavia oltre i limiti dello spazio e del tempo. «Et regni Eius non erit finis». Egli dapprima dovrà patire la croce e la morte, per quindi risorgere ed entrare nella propria gloria (Lc 24, 26).

Maria medesima, per divenire sul Golgota la nuova e miglior Eva, la madre dei credenti, avrà il cuore come trapassato da una dolorosa spada.

Acconsente ella a divenire la Madre di Gesù, la genitrice del suo mistico corpo e la corredentrice dell’umana progenie?

Innanzi di pronunciare il suo nuziale , la Vergine prudentissima richiese a Gabriele un’ulteriore dilucidazione. Desidera sapere dall’Angelo il come della sua vocazione, per entrare così meglio nel suo spirito e per corrispondervi appien?

Gabriele assicura Maria: il Frutto benedetto del suo seno sarebbe opera del Paraclito; onde il «Santo» che ella sola avrebbe appellato «Figlio mio!» sarebbe parimenti salutato per tale anche dal suo Padre celeste. «Filius meus es tu».

Quale splendore di gloria! Tutte le creature in cielo, in terra e nell’Averno si prostrano tremebonde innanzi al «Santo» preannunziato da Gabriele: soli l’Eterno Padre e Maria Vergine hanno il diritto di proclamarlo «Figlio mio sei tu; io oggi t’ho generato!» (Salmi 2, 7).

 

Dal capitolo V – LA RESTAURAZIONE DAVIDICA del libro L’EVANGELO DI NOSTRA DONNA del cardinale Ildefonso Schuster, edito da Ricordi Officine Grafiche S.p.A., 1954

 

 

Madre di Dio Annunciata
Porte regali XV secolo, Museo Bizantino di Kastoria, Grecia

 

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