Perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Luca 1, 48
Si proclama ancella (serva) colei che è madre e regina. Spiega tuttavia san Bernardo: «Maria humilitate placuit, virginitate concepit». La vanitosa Eva sognò di divenire simile all’Altissimo prestando ascolto al serpente. L’umile Maria credette invece a Dio che le parlava per oracolo di Gabriele e così, ubbidendo a guisa di ancella, divenne Regina.
Iahvè ripromise un giorno ad Abramo, che nella sua discendenza si diranno benedette tutte le nazioni della terra (Genesi 22, 18). A loro volta, tutte codeste umane generazioni, popoli e lingue benediranno ed esalteranno colei che è stata per l’orbe la fontana delle benedizioni.
Sono trascorsi ormai venti secoli e la profezia di Nostra Donna va man mano evolvendosi. La Famiglia di Dio sempre e in ogni luogo celebra la gloria di Maria; tanto che i suoi elogi, pel tramite delle antiche chiese nestoriane dell’Asia, sono penetrati perfino nel Corano, il quale rende gloriosa testimonianza alla sua Immacolata Concezione.
Le popolazioni cattoliche hanno ingemmato i propri paesi di templi, di santuari e di altari in onore della Madre di Dio; anzi, tre volte al giorno la campana della Chiesa invita i fedeli a salutare la Vergine colle parole di Gabriele: «Angelus Domini nunciavit Mariae». L’Angelo del Signore ha recato alla Madonna il messaggio della liberazione.
Dal capitolo XI – LA CETRA DI NOSTRA DONNA del libro L’EVANGELO DI NOSTRA DONNA del cardinale Ildefonso Schuster, edito da Ricordi Officine Grafiche S.p.A., 1954
Madonna tra Angeli, San Francesco e Sant’Elena
Parte alta di croce dipinta, anni 1255-60, autore Maestro dei Crocefissi Francescani (misura croce cm. 309×196)
Chiesa Santa Maria del Soccorso detta del Borgo di San Pietro, Bologna