1 maggio – Madonna di San Sisto o Santa Maria in Tempuli

Una circostanza particolare colpisce la nostra devozione mariana quando noi percorriamo gli scritti neotestamentari.
Pietro, Paolo, Giovanni e gli altri Apostoli operano e parlano relativamente molto per la diffusione del Regno di Dio in mezzo alle Genti.
Un profondo silenzio avvolge invece la Santa Vergine; tanto che gli Evangelisti, mentre tacciono quasi completamente sulla sua storia, è molto se, al dire di San Bernardino da Siena, ci trasmettono di lei sette brevi frasi, o parole.

 

Nell’Incarnazione Dio si è adattato allo stile ed alle dimensioni umane. Era secondo il carattere Palestinese che la donna, al pari di Sara, vivesse nella propria tenda, in una condizione d’umile soggezione all’uomo, quasi direi senza personalità propria, assorbita in quella del clan e del parentado.

Presso gli orientali, la parola della donna ha ben scarsa efficacia.

Gli Apostoli stessi, al pozzo di Giacobbe, si maravigliarono che il Maestro s’intrattenesse ad istruire una donna.

E’ così che la Divina Provvidenza si è adattata allo stile del paese, dicendo della Madre del Gran Re il puro necessario, giusta quel del Profeta:
«Tibi silentium laus».
«Il silenzio è la tua miglior lode».

 

 

In più luoghi san Luca accenna che la fonte della sua narrazione circa l’infanzia del Salvatore, fu Maria medesima, pel tramite forse di Paolo o di altre sue conoscenze gerosolimitane.
Chi poteva meglio informarlo era il suo collega Marco o la famiglia di Filippo l’Evangelista, in Cesarea.

«Come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio». (Luca 1, 2a)

«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore».
Luca (2, 19)

 

Anche san Matteo nel suo Evangelium Infantiae non dovè attingere a fonte diversa, in quanto solo Maria potè rivelare alla nascente Chiesa il mistero del Verbo Incarnato, del quale ella stessa era stata a parte.

 

San Giovanni, da vero teologo mistico qual era, avendo avuto la sorte di ospitare presso di sé la Madre di Dio dopo lo strazio del Golgota, avrebbe potuto informarci più largamente sul suo conto.
Ma anch’egli era un semita e preferì quindi racchiudere nello scrigno del suo spirito tutte quelle gemme mariane che aveva raccolto sotto il domestico tetto.
Di più: alla fine del I secolo stava ormai germinando nelle Chiese la gnosi eretica ed egli ritenne inopportuno di accentuare troppo l’aspetto umano del Figlio di David, a preferenza della sua eterna generazione siccome Verbo del Padre.

 

 

Per studiare quindi la psicologia della Divina Madre, siccome fonte diretta, non ci restano che le poche frasi registrate nei Vangeli. Potrebbe sembrare ben poca cosa; ma i nostri occhi non potrebbero sopportare una luce più abbagliante.

 

Dai capitoli I – NEL SECRETO DI DIO e II – LE FONTI DELL’EVANGELO del libro L’EVANGELO DI NOSTRA DONNA del cardinale Ildefonso Schuster, edito da Ricordi Officine Grafiche S.p.A., 1954

 

 

Nota
Filippo l’Evangelista è Filippo Diacono, uno dei sette diaconi scelti dopo la Pentecoste affinché si prendessero cura delle vedove e dei poveri, consacrati dagli apostoli con l’imposizione delle mani.
Dopo il martirio di Stefano, Filippo evangelizzò la Samaria, con grande successo, e perciò fu chiamato l’evangelista.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_diacono

 

 

Madonna di San Sisto o Santa Maria in Tempuli (sec. VII-VIII), venerata presso la Chiesa del Monastero di Santa Maria del Rosario a Monte Mario, Roma.

 

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