0005 Piccole riflessioni di un’allieva iconografa: Cos’è un’icona?

Molti pensano che le icone siano “solo” le tavole dipinte, in realtà si tratta di una definizione più ampia.

 

“Procedendo sulla via regia, seguendo la dottrina divinamente ispirata dei nostri santi pa­dri e la tradizione della chiesa cattolica – ri­conosciamo, infatti, che lo Spirito santo abita in essa – noi definiamo con ogni rigore e cura che, a somi­glianza della raffigurazione della croce preziosa e vivificante, così le vene­rande e sante immagini, sia di­pinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto, debbono es­sere esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del signore Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, o quella dell’immaco­lata signora nostra, la santa Madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e giu­sti. Infatti, quanto più frequentemente queste im­magini vengono contemplate, tanto più quelli che le contemplano sono portati al ricordo e al desiderio dei modelli origi­nali e a tributare loro, baciandole, rispetto e venerazione. Non si tratta, certo, di una vera adorazione (latria), riservata dalla nostra fede solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende alla immagine della croce preziosa e vivifi­cante, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onoran­doli con l’offerta di incenso e di lumi secondo il pio uso degli anti­chi. L’onore reso al­l’immagine, in realtà, ap­partiene a colui che vi è rappre­sentato e chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è ripro­dotto”.
Dagli atti del Concilio di Nicea II – VII Concilio ecumenico

 

 

 

Cos’ha l’icona di diverso dall’altra arte cristiana?

 

“Bizantina” sta a significare che è nata e ha sviluppato le sue caratteristiche in quel periodo, ma non che sia propria solo di quel periodo. E’ nata con il cristianesimo per cui è propria del cristianesimo.

Nell’iconografia bizantina non viene rappresentato un luogo “terreno”, se non in maniera simbolica (ad esempio, quando si rappresenta un edificio lo si fa utilizzando una prospettiva diversa da quella alla quale siamo abituati, mostrando anche i lati che non si vedono; nella rappresentazione del Paradiso ci sono fiori, cervi, ecc.; quando ci sono muri e colonne con un velo sappiamo che ciò che viene rappresentato è avvenuto in un luogo chiuso).

Il fondo d’oro o piatto indica che la persona rappresentata è nella luce divina; ma, nonostante ciò, è rivolta verso chi guarda perché si crea un rapporto di sguardi e di preghiera: come faccio a pregare davanti a qualcuno che rivolge l’attenzione verso altro?

Le figure dell’iconografia “bizantina” sono libere nel loro spazio, non soffocate da troppe cose che possano distrarre il rapporto che si instaura tra chi è rappresentato e chi lo guarda quindi è un invito e un aiuto alla preghiera.
L’espressione delle persone rappresentate non è sentimentalismo, ma ieraticità e partecipazione.

Se guardiamo i quadri religiosi vediamo i santi che pregano per se stessi o in episodi della loro vita  e noi possiamo solo vedere quello che fanno. I vari oggetti presenti nei quadri distraggono lo sguardo che non riesce a soffermarsi su nulla.
Se guardiamo le icone vediamo che i santi si rivolgono verso di noi, che gli “oggetti” presenti nell’immagine sono per noi: il nostro sguardo osserva tutta l’immagine, ma va a soffermarsi, perché ne è attratto, sul volto del santo rappresentato e così inizia il dialogo di preghiera.

L’iconografia bizantina è nel tempo ed è sempre attuale: è il modo adatto per far sì che si instauri il dialogo di sguardi di preghiera di chi ci aiuta ad avvicinarci a Dio.

Ecco quindi che possiamo definire icone, se rispondono alle “regole” che si sono definite nei primi secoli del cristianesimo, « le sante immagini, sia dipinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto».

 


Cristo Pantocratore
Encausto su tavola, VI secolo
Monastero di Santa Caterina del Sinai, Egitto

fonte immagine:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cristo#/media/File:Spas_vsederzhitel_sinay.jpg

 


Annunciazione
mosaico, 1292-1296
di Jacopo Torriti
Basilica di Santa Maria Maggiore, Roma

fonte immagine:
https://veneremurcernui.files.wordpress.com/2014/03/01-annunciation-jacopo-torriti-1296.jpg

 

 

 


Presentazione al tempio
miniatura, fine X secolo
Menologio di Basilio II, redatto a Bisanzio, conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana

fonte immagine:
www.orthodoxartsjournal.org/archimandrite-zenon-theodor-life-work/

informazioni sul Menologio:
http://it.cathopedia.org/wiki/Menologion_Basil_II

 

 


Natività
placchetta in avorio della parte frontale dello schienale della Cattedra vescovile di Massimiano, 546-554 circa
Conservato nel Museo Arcivescovile di Ravenna

fonte immagine:
www.pravmir.ru/rozhdestvo-xristovo-ikonografiya-ikony-kartiny/#ixzz3N6DwyeTE

 


Mirrofore ai piedi di Gesù e con l’angelo
VI secolo
Ampolla del pellegrino in metallo conservata nel Duomo di Monza (MB)

fonte immagine:
http://rossiyanavsegda.ru/read/935/

 

 


Battesimo di Gesù
Rilievo di sarcofago, IVsecolo
Sarcofago Inv. 31542, provenienza sconosciuta
Museo Pio Cristiano, Vaticano

fonte immagine:
http://personal.stthomas.edu/plgavrilyuk/PLGAVRILYUK/Baptism/31542fr%20John%20baptizes%20Jesus%20300-330AD.jpg

 


Anastasis, una delle scene della Situla Basilewsky. La situla è un contenitore per acqua santa. Le situle in avorio sono rare perché venivano utilizzate per cerimonie particolari, come ad esempio la visita dell’imperatore. Questa è particolarmente bella per la sua composizione: vi sono state scolpite 12 scene della Passione di Cristo, disposte su due registri.
Probabilmente è stata scolpita nel 980 ca. quasi certamente a Milano in occasione della visita dell’imperatore Ottone II a Milano.

fonte immagine:
http://4.bp.blogspot.com/_oAjpSCHvrRE/S5ClNi531iI/AAAAAAAAAHQ/-ecATKEeUhk/S570/Holy+Water+Bucket+(SITULA)+ivory+Ottonian+(Milan)+980.JPG

Per commentare:

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *