2 maggio – Annunciazione Monastero Santa Caterina del Sinai

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei.

Luca 1, 26-38

 

 

Diversamente da quanto riferiscono gli antichi Apocrifi, questo colloquio avvenne, non già alla pubblica fonte che esiste ancor oggi fuori del villaggio, ma in casa stessa di Ioachim, dove più tardi la pietà cristiana elevò una basilica, più volte restaurata e recentemente ricondotta all’antico disegno.
San Luca è esplicito: «??? ???????? ???? ?????».
Gabriele quindi entrò nell’abiuro quasi trogloditico dove viveva l’erede del trono di Giuda. Terminato poi il colloquio, l’angelo se ne uscì: «??? ??????? ??’ ????? ? ???????».

 

La versione latina fa salutare Maria siccome: «gratia plena».
Il testo greco è leggermente diverso: Gabriele la proclama: ???????????? che è un participio perfetto passivo: ossia, colei che è stato l’oggetto ed ha conseguita la divina grazia, la graziosa, la prediletta.
Come Gesù sarà proclamato dal Padre: «in quo mihi bene complacui» (Marco 1, 11), anche la Madre viene salutata dall’Angelo siccome l’oggetto della predilezione divina.
Gabriele ne spiega anzi il motivo e le conseguenze: «? ?????? ???? ???».
Dio è con Maria; ossia tutta quanta la Triade augusta, che salutano in lei la figlia, la madre e la sposa. La Figlia dell’Eterno Padre, la Madre del Verbo Incarnato, la Vergine Sposa del Paraclito.
E’ con Maria, non colo colla grazia, di cui la ripiena sin dal suo concepimento immacolato; ma tra qualche istante sarà altresì seco corporalmente, come il fiore germoglia sullo stelo, come la prole è nel materno seno, donde uscirà a suo tempo: «tamquam Sponsus de talamo suo» (Salmo 19 (18), 6).
Maria dunque sta per divenire ara e tabernacolo del Logos: «templum, in quo Deus sacerdos factus est», come dice bellamente san Proclo di Costantinopoli.
Scrisse perciò san Giovanni, che il Verbo, si attendò fra noi: «????????? ?? ????» (Giovanni 1, 14). Quella tenda vivente e giammai scissa, fu dapprima il seno di Maria.
«Per amplius et perfectius tabernaculum non manufactum» (Lettera agli Ebrei 9, 11).

 

Dal capitolo III – IL MESSAGGIO ANGELICO del libro L’EVANGELO DI NOSTRA DONNA del cardinale Ildefonso Schuster, edito da Ricordi Officine Grafiche S.p.A., 1954

 

 

Annunciazione
Seconda metà XII secolo
Monastero di Santa Caterina del Sinai, Egitto.

 

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