Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe – festa del Signore

 

Il Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella grotta di Betlemme, oggi siamo invitati a contemplarla nella casa di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù.

 

Nella liturgia cattolica la festa della Sacra Famiglia veniva già celebrata localmente nel secolo XVII. Fu estesa nel 1921 a tutta la Chiesa da papa Benedetto XV che la fissò alla domenica compresa nell’ottava dell’Epifania. Papa Giovanni XXIII la spostò alla prima domenica dopo l’Epifania.

 

Attualmente nel rito ambrosiano si ricorda la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe nell’ultima domenica di gennaio e prevale sulla domenica corrispondente che può essere la III o la IV domenica del Tempo dopo l’Epifania.

In questa domenica, nel rito ambrosiano, si legge:
– nell’Anno A il Vangelo di Luca 2, 22-33
– nell’Anno B il Vangelo di Luca 2, 41-52
– nell’Anno C il Vangelo di Matteo 2,19-23

 

Mentre nel rito romano si ricorda la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe nella domenica che intercorre tra il Natale e il Capodanno, in assenza della domenica la festeggia il 30 dicembre.

 

 

Vangelo di Luca 2, 22-33

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

 

 

Vangelo secondo Luca 2, 41-52

I genitori del Signore Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

 

Vangelo di Matteo 2,19-23

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”. Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: “Sarà chiamato Nazareno”.

 

 

Angelus di domenica 8 gennaio 1961

Il brano che segue è parte del discorso all’Angelus di domenica 8 gennaio 1961, Festa della Sacra Famiglia, di papa Giovanni XXIII

 

Diletti figli, padri e madri. Quanto Ci è caro assicurarvi che siamo sempre vicini a ciascuno di voi.

Lo siamo con la preghiera. Lo siamo in forma più intima in questa festa della S. Famiglia di Nazareth, che invoca da Dio la pienezza delle celesti grazie sulle dilette vostre famiglie: sull’innocenza dei bambini, sul puro vigore dei giovani, sul vespero pensoso degli anziani. Per tutti chiediamo i doni della pace, della serenità, della letizia, al di sopra di ogni prova, che l’amor di Dio addolcisce e tempera. Vi siamo vicini con l’affetto paterno, che a tutti augura di conseguire l’oggetto delle aspirazioni più ardenti del cuore; vicini con la sollecitudine più viva, affinché su le vostre famiglie brilli sempre il riflesso di quella nobiltà, che scaturisce dalla imitazione degli esempi di Nazareth, dalla pratica generosa dei Comandamenti, dall’esercizio delle opere di misericordia.

Invochiamo ora su tutti la pienezza delle divine consolazioni, ed a pegno di grande benevolenza scenda sui diletti figli presenti in Piazza San Pietro e su quelli in ascolto attraverso la Radio, la Nostra larga e propiziatrice Benedizione Apostolica, affinché, come oggi ha pregato la Chiesa, «le famiglie siano saldamente stabilite nella pace e nella grazia del Signore».

 

 

Bibliografia:
Bibbia

Sitografia:
http://www.famigliacristiana.it/articolo/santa-famiglia-identikit-della-festa-natalizia-per-eccellenza.aspx
https://w2.vatican.va/content/john-xxiii/it/angelus/documents/hf_j-xxiii_ang_19610108.html

 

 

 


Santa Famiglia
di Paola Zuddas

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Santa Famiglia
di Ivan Polverari

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Santa Famiglia
di Laura Renzi e Giovanni Raffa

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Santa Famiglia
di Fabio Nones

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Pinterest

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